4 luglio 1980: Martini con gli operai delle Cave di Candoglia, da cui proviene il marmo del Duomo di Milano   (Archivio digitale Carlo Maria Martini).

 

La Veglia per il Lavoro fu istituita, all’inizio del suo episcopato nell’Arcidiocesi di Milano, dal cardinale Carlo Maria Martini. Si trattava di un momento significativo di preghiera in vista del 1° maggio e normalmente veniva celebrata la sera del 30 aprile (nel nostro Archivio digitale sono disponibili molti degli annuali discorsi del Cardinale, insieme ad altri interventi sul tema del lavoro). Non era un’opzione alternativa ai vari cortei che solitamente vengono organizzati il giorno della Festa del Lavoro, ma una proposta complementare, in cui la comunità cristiana prega affinché tutti abbiano un’occupazione dignitosa.

Con questo spirito l’iniziativa è proseguita anche con i pastori che si sono succeduti, dopo Martini, sulla Cattedra di Ambrogio. Il cardinale Dionigi Tettamanzi aveva portato questo evento nelle varie Zone pastorali, chiedendo che si svolgesse una veglia in ciascuna delle sette zone. Con il cardinale Angelo Scola si è ritornati a celebrare un’unica Veglia diocesana. Come spiega sul sito Chiesadimilano.it il responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, don Walter Magnoni, «l’arcivescovo Mario Delpini, dopo aver presieduto lo scorso anno la sua prima Veglia per il Lavoro presso una sede universitaria, ha chiesto che quest’anno si promuovesse l’appuntamento in ogni Zona. (…) La vera novità non è la Veglia nelle Zone, ma il fatto che a ogni Veglia si accompagni anche un convegno dove approfondire alcune questioni di grande attualità». Tra queste ci sono temi complessi come la digitalizzazione, l’industria 4.0, il rapporto tra scuola e industria, le nuove professioni che nascono e le vecchie che tramontano.

«Qualcuno potrebbe interrogarsi sul senso di continuare a proporre momenti di riflessione e preghiera sul lavoro – scrive ancora Magnoni -. La domanda è lecita, ma chi è onesto intellettualmente riconoscerà che pregare e riflettere sul lavoro sono delle priorità. (…) L’atteggiamento dei cristiani è duplice: da un lato provano a immaginare nuove vie per aumentare l’occupazione e permettere a ogni persona di avere un lavoro che dia dignità. Come già affermava San Giovanni Paolo II, ogni uomo ha una vocazione al lavoro. Ma il secondo atteggiamento è quello delle braccia alzate al Padre in preghiera per invocare con fede il Dio della storia affinché porti luce alle menti degli uomini».

Sul sito della Diocesi è disponibile il programma completo sia delle Veglie di zona sia dei vari convegni.

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